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nowhere(ITA)

<< se camminiamo un altro paio di ore conosco un posto dove potremmo stare per la notte >> disse Omar, abbastanza sicuro di se, alzai lo sguardo nel guardarlo.

La pioggia colpiva abbastanza severamente ma lui restò in piedi quasi tutto il tempo sotto di essa mentre io e la sua ragazza optammo per sedersi all’angolo di un muro, riparati alla meglio dal tetto di quella casa che lievemente sporgeva verso il marciapiede.

Egli era il mio migliore amico, passai la mia infanzia con lui nonostante i miei genitori bigotti erano contrariati dal fatto che avessi come amico un bambino arabo. Ora eravamo adulti, entrambi con molti anni ed esperienza in più.

Essendo l’unico ragazzo lui prese le redini del nostro trio, del quale non ebbi obbiezioni a farglielo dirigere. Sicuramente era più carismatico di quanto lo potessi essere io e poi conoscevo poco la sua ragazza, dirle cosa fare e come muoversi non mi sembrava il caso.

Sospirai delicatamente e mi alzai sentendo le miriadi di gocce picchiare contro il cappuccio impermeabile del k-way rosso che indossavo, questo era gonfio sulla schiena visto che copriva anche lo zaino che portavo sulle spalle.

Anche gli altri due ne indossavano uno, Omar nero mentre la sua ragazza, Linda, ne aveva uno con trama mimetica.

<< probabilmente dovremmo andare lì, abbiamo ancora poche ore di buio >> dissi annuendo al ragazzo che mi rispose con un gesto del capo.

Si riprese a camminare quindi, i piedi facevano male e sentivo ribollire le gambe ma del resto camminammo quasi tutto il tempo ed era così da tre giorni.

In questi tre giorni non incontrammo anima viva, tutte le case vuote e le strade deserte se non per qualche auto lasciata nel mezzo, tentare di prenderne una fu inutile, ogni tentativo andava a vuoto visto che o mancava la benzina o le chiavi.

Non ci restò che camminare, non avendo una meta precisa bastava soltanto raggiungere le montagne fui io a consigliarle e una volta spiegate le mie ragioni mi diedero ascolto.

Tra noi tre vi era il più totale e religioso silenzio, io camminavo dietro di loro che stavano uno accanto all’altra.

Solo il suono dei nostri passi e della pioggia in quel sentiero di campagna diviso a metà da dell’erba e pieno di pozze un po ovunque, il paesaggio attorno era composto soltanto da cambi nei quali cresceva erba alta almeno quaranta centimetri.

Il cielo nero e scuro brillava molteplici volte e alcuni tuoni facevano tremare il terreno con la loro potenza, nonostante mosse maggio le temperature erano veramente basse ma fu piacevole, sentire l’aria fresca entrare dentro k-wey e farmi venire la pelle d’oca.

Dopo l’ennesimo tuono da un albero in lontananza si alzò in volo uno stormo d’uccelli che volarono in ogni dove, restai a guardarli per qualche attimo ed infine volsi lo sguardo attorno.

Completamente vuoto, solo campi a vista d’occhio anche se la pioggia battente rendeva tutto meno visibile.

Camminando ad un tratto notai una immensa ombra all’orizzonte, una cascina a giudicare dalla dimensione e infatti quello che Omar disse confermò il mio pensiero.

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